Il Galletto 160 cc Quarto Tipo

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Il Galletto 160 Quarto Tipo è stato presentato quasi in sordina, al termine della produzione del veicolo nella cilindrata di 160 cc.

La sua produzione prende le mosse dalla matricola 17320375 e giunge sino alla matricola 19301000.

Va detto che questo è quanto risulta dai registri Moto Guzzi, tuttavia sui libretti di uso e manutenzione di questa serie, l’avvio della produzione verrebbe indicata a partire già dalla matricola 17320201.

Un piccolo giallo, non raro, che si trova confrontando i dati rilasciati dalla Casa di Mandello del Lario.

Mentre tecnicamente non sono sensibili le differenze meccaniche rispetto al Galletto 160 Terzo Tipo, cambia completamente la componente elettrica, a partire dall’impianto elettrico (i mezzi montavano indifferentemente componenti e impianti Cev che Carello, seppur con delle differenza tra loro) e di accensione per arrivare alla componentistica.

Il primo segno evidente del trovarsi davanti ad un Galletto 160 Quarto Tipo è identificabile dalla dotazione, sin dall’origine, di un faro più ampio, da 150 millimetri di diametro al posto di quello tradizionalmente da 130 millimetri.



Ovviamente anche gli attacchi del telaio sono più larghi dei precedenti (due centimetri), così da accogliere il fanale senza un’antiestetica divergenza delle staffe.

Il nuovo faro lo troveremo poi, alla fine del 1952, montato anche sulla nuova versione portata a 175 cc di cilindrata e con il cambio a quattro marce.

L’accensione del Galletto 160 Quarto Tipo non è più solo con magnete ad alternatore-volano, ma con bobina spinterogeno.

Il piatto del ruttore. Si noti la mancanza dell’uscita del cavo della candela verso l’alto. Il carter in alluminio non è nemmeno forato.

Rispetto al Galletto 160 Terzo Tipo, cambia anche il sistema stesso di accensione della moto: una diversa organizzazione del quadro chiave (che con la chiave, collocata a sinistra mentre sulle versioni precedenti è al centro o sul lato destro, ha due selettori ed una spia) prevede di inserire la chiave nella posizione ‘O’ spingendola a fondo e ruotandola in posizione ‘N’ controllando che la spia sul faro sia accesa.

Quindi si procede all’avviamento, agendo sulla leva.

In caso di guasto alla batteria o al raddrizzatore, si toglie la chiave e la si gira di 180° in posizione ‘O’, ruotandola poi con l’indice in posizione ‘E’ (emergenza).

La lampada spia resta spenta; quando si spegne il motore, la chiave va tolta altrimenti la bobina resta sotto tensione deteriorandosi e scaricando la batteria.

A differenza delle versioni precedenti, dove si montavano nel faro fusibili da 2° (per fanaleria Carello) e da 6° per fanaleria Cev, nel Quarto Tipo va montato un fusibile da 8 Amp.

Questi fattori rappresentano l’elemento di novità del Quarto Tipo, a cui si associa anche la collocazione della bobina AT all’esterno del motore, ovvero dietro il paragambe destro, sotto al cruscotto.

La bobina d’accensione si trova così in una posizione che le consente di avere maggior protezione, più spazio a disposizione per le sue dimensioni e di non subire il tormento delle elevate temperature del motore, oltre ad essere riparata dalla pioggia.

Ne deriva che il percorso del filo della candela è diverso da quello dei precedenti tre tipi di Galletto 160 e dal motore sparisce la presa di corrente situata sulla parte alta del carter motore sinistro.

Un foro nel telaio dalla parte destra permette il passaggio del cavo nel trave del telaio.

La stessa soluzione le troveremo nel 175 cc e nel 192 cc.

Uno dei punti deboli del Galletto 160, ovvero l’impianto elettrico e l’accensione, venne dunque superato adottando l’impianto che poi ritroveremo sul 175 e che, un anno dopo, il 192 accantonerà definitivamente con l’adozione di una dinamo montata sul dorso del motore.

Così facendo si dirà l’addio definitivo anche alla soluzione del volano magnete, che il Galletto aveva lanciato uscendo dal solco della tradizione della Moto Guzzi.

Un esperimento che si chiuderà dopo la produzione del Galletto 175.

- Dossier Galletto 160 cc -

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